venerdì 14 dicembre 2012

#leaveamessage: libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(G. Gaber)

Parto da un testo bellissimo per approdare a qualcosa di piccolo, ma si sa è nelle cose piccole che si nasconde il cambiamento. Oggi è il  #leaveamessage day. Un'iniziativa tanto bella quanto semplice, perché le idee vincenti sono facili da mettere in pratica. È la seconda edizione, la prima ha già avuto un bel successo. Secondo me è il segno che nonostante tutto il brutto e il difficile che ci circonda coltiviamo ancora la speranza e la voglia di un futuro a modo nostro. O almeno ci proviamo.



Partecipare è semplicissimo, l'idea è questa: diffondere pensieri positivi, incoraggianti, che ci invitano a riscoprire i piccoli piaceri della vita o a trovare il coraggio per inseguire la felicità, e lasciarli in giro per le nostre città dove è facile vengano ritrovati.

Basta stampare un bigliettino personalizzato #leaveamessage o prendere un foglietto bianco, aggiungere il vostro pensiero felice e lasciarlo nei posti più impensati: alla fermata del tram, accanto alla stampante dell'ufficio, tra gli scaffali del supermercato, nella sala d'attesa di un ospedale, a scuola o in piscina. Se siete più social di me - basta davvero poco, ve l'assicuro - potete postare i vostri messaggi su Twitter, Facebook, Instangram :)

Tutte le istruzioni sono qui. Se vi serve ispirazione, ecco alcuni messaggi dello scorso anno. Grazie a machedavvero per avermi fatto conoscere questa iniziativa e per l'entusiasmo che mette in quello che fa.

Ultima cosa, quest'anno #leaveamessage si spinge dieci passi più in là e abbina al pensiero positivo un gesto concreto sostenendo l'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Non è un obbligo, ma come sapete per me il Dolore viaggia insieme alla Speranza e se ognuno di noi facesse una piccola donazione a sostegno della Fondazione Meyer forse davvero possiamo lasciare un segno e partecipare al cambiamento.

Che aspettate? Si parte!



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Ascoltare e raccontare, è un po' la stessa cosa. Bisogna essere disponibili, lasciare sempre l'immaginazione aperta (Antonio Tabucchi)