venerdì 29 novembre 2013

Cose che capitano solo a me

Aggiornamento: sabato ho trovato un nuovo biglietto sul mio parabrezza, nascosto da 2 cm di neve ma ancora leggibile. I miei "eroi" hanno risposto, firmando con il loro nome questa volta: mi ringraziano, ma ribadiscono che il loro è un gesto gratuito. Grazie ragazzi, speriamo che i miei piccoletti vengano su come voi. Quasi quasi ogni tanto vi lascio due righe sotto il tergicristallo, eh eh, cari i miei angeli custodi.
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Distratta son distratta, si sa. Testa tra le nuvole, sempre di corsa, ogni mattina la caccia al tesoro per trovare occhiali e cellulare. Che metterli nello stesso posto alla sera nooo, troppo facile.

Per dirne una, qualche anno fa squilla il cellulare: è il direttore della mia banca, oddio che succede, datemi subito un bicchiere d'acqua. Buongiorno, volevamo solo avvisarla che ieri sera una signora ha ritrovato il suo bancomat al distributore automatico di benzina e lo ha portato da noi, quando vuole può venire a ritirarlo. Io nemmeno mi ero accorta di averlo perso, gulp. E nemmeno un grazie perché questa signora gentile resta una sconosciuta.

Oggi però credo di aver superato il mio record personale, ehm ehm
Salgo in auto per portare a scuola Piccolo Uomo e trovo questo biglietto accanto al volante: 

Salve, abbiamo trovato le chiavi della sua auto sul marciapiede, per sicurezza le abbiamo messe nel seggiolone davanti. 
PS non abbiamo toccato nulla :)
Cordiali saluti, gli eroi di San Mauro

Grazie miei "eroi", perché ho iniziato la giornata ringraziandovi mille volte mentalmente. Io vi immagino come un gruppetto di quindicenni onesti e spiritosi, che pur sghignazzando allegramente sulla mia distrazione mi han tolto dai guai.
Stasera metterò un biglietto per voi sul parabrezza, se vi fate riconoscere almeno vi offro da bere.

martedì 19 novembre 2013

Stesso collare, altra me





Se vi capitasse di vedere una ragazza alta, con gli occhiali e i fianchi morbidi che, rigida come un palo, attraversa la strada con lo sguardo fisso a ore 12 vi supplico: siate gentili, fatemi arrivare incolume dall'altro lato, non sono distratta né me la tiro, è solo che per la TERZA volta in vita mi è toccato mettere il collare dopo un tamponamento e il mio campo visivo è piuttosto limitato.

Ormai ci rido sù, e faccio ridere amici e parenti: è la quarta volta che mi tamponano, ero ferma a un semaforo, a mezzanotte passata, in una strada semi deserta a tre corsie per senso di marcia, oltretutto ora guido raramente visto che sono a casa in maternità. E poi io sono famosa per essere una lumaca prudente al volante, una che fa attraversare i pedoni sulle strisce e dà la precedenza. O forse il problema sta tutto lì: dovrei smettere di fermarmi ai semafori rossi, proseguire incurante, tanto per me è più pericoloso così visto che a quanto pare ho un bersaglio tipo freccette disegnato sulla schiena. Chi fa centro vince un CID e tutta la mia comprensione perché pur avendo un caratteraccio non riesco MAI ad arrabbiarmi con chi mi centra, son troppo sollevata di esserne uscita viva.

C'è solo una piccola, insignificante differenza rispetto alle altre volte in cui ho indossato il collare: ho due belvette bambini per casa. Quindi altro che riguardarmi, non sollevare pesi, cercare di rilassare la muscolatura bla bla. Tanto per dire ho sviluppato una tecnica tutta mia per cambiare pannolini senza abbassare lo sguardo, cullare una Gattina lagnosetta che dovrebbe dormire e invece è ovviamente sveglia mentre è ora di preparare la cena, sbucciare mandarini e tagliare bistecche senza guardare nel piatto, tagliare le castagne con la mano destra mentre la Gattina pisola vicino al mio orecchio sinistro e contemporaneamente cercare di rilassare le spalle, eh eh. Forse non sarà la cura standard prescritta dai medici, ma il buonumore e l'autostima sono assicurati.

PS Grazie a Lucy per l'interessante chiave di lettura: forse ero davvero in ansia da prestazione, perché sì, era una delle tre volte all'anno in cui guido l'auto di Papà Gabbiano, ah-a. E poi sì, ero in giro, da sola, di notte dopo una serata con le amiche, solo donne e niente bambini... dite che lo svedese 21enne che mi ha centrata fosse semplicemente la personificazione del senso di colpa della madre-che-si-ritaglia-tempo-per-sé?

lunedì 4 novembre 2013

Tu mi fai un regalo

In cucina, ore 20 circa.
A tavola ci sono due adulti e un bambino di tre anni che finiscono di cenare, mentre una neonata li osserva attenta dal seggiolone.

Mamma, ho pensato una cosa, sai mamma, ho avuto una bella idea, proprio una bella idea... siccome sono stato bravo bravissimo questa sera, ho mangiato tutti i 5 bocconi che volevi tu anche se io non li volevo più, ecco ho avuto una bella idea... tu mi fai un regalo e io mangio la frutta sul divano davanti alla tv mentre guardo Peppa. Proprio una bella idea, eh? Mi dai la frutta sul divano? Mamma mamma mamma... mi fai un regalo? 

Papà Gabbiano e io siamo ovviamente scoppiati a ridere e il nostro Piccolo Uomo ha ottenuto quel che voleva.
Che saranno mai due mandarini sul divano.

Diciamo che ci andava di premiare la creatività, diciamo che tutte queste parole dette esattamente così tutte di un fiato meritavano un'eccezione, anche solo come buona alternativa al capriccio.

Facciamo finta che non abbia appena insegnato a sua sorella come fregarci. Lesson number one, stay tuned.