martedì 19 novembre 2013

Stesso collare, altra me





Se vi capitasse di vedere una ragazza alta, con gli occhiali e i fianchi morbidi che, rigida come un palo, attraversa la strada con lo sguardo fisso a ore 12 vi supplico: siate gentili, fatemi arrivare incolume dall'altro lato, non sono distratta né me la tiro, è solo che per la TERZA volta in vita mi è toccato mettere il collare dopo un tamponamento e il mio campo visivo è piuttosto limitato.

Ormai ci rido sù, e faccio ridere amici e parenti: è la quarta volta che mi tamponano, ero ferma a un semaforo, a mezzanotte passata, in una strada semi deserta a tre corsie per senso di marcia, oltretutto ora guido raramente visto che sono a casa in maternità. E poi io sono famosa per essere una lumaca prudente al volante, una che fa attraversare i pedoni sulle strisce e dà la precedenza. O forse il problema sta tutto lì: dovrei smettere di fermarmi ai semafori rossi, proseguire incurante, tanto per me è più pericoloso così visto che a quanto pare ho un bersaglio tipo freccette disegnato sulla schiena. Chi fa centro vince un CID e tutta la mia comprensione perché pur avendo un caratteraccio non riesco MAI ad arrabbiarmi con chi mi centra, son troppo sollevata di esserne uscita viva.

C'è solo una piccola, insignificante differenza rispetto alle altre volte in cui ho indossato il collare: ho due belvette bambini per casa. Quindi altro che riguardarmi, non sollevare pesi, cercare di rilassare la muscolatura bla bla. Tanto per dire ho sviluppato una tecnica tutta mia per cambiare pannolini senza abbassare lo sguardo, cullare una Gattina lagnosetta che dovrebbe dormire e invece è ovviamente sveglia mentre è ora di preparare la cena, sbucciare mandarini e tagliare bistecche senza guardare nel piatto, tagliare le castagne con la mano destra mentre la Gattina pisola vicino al mio orecchio sinistro e contemporaneamente cercare di rilassare le spalle, eh eh. Forse non sarà la cura standard prescritta dai medici, ma il buonumore e l'autostima sono assicurati.

PS Grazie a Lucy per l'interessante chiave di lettura: forse ero davvero in ansia da prestazione, perché sì, era una delle tre volte all'anno in cui guido l'auto di Papà Gabbiano, ah-a. E poi sì, ero in giro, da sola, di notte dopo una serata con le amiche, solo donne e niente bambini... dite che lo svedese 21enne che mi ha centrata fosse semplicemente la personificazione del senso di colpa della madre-che-si-ritaglia-tempo-per-sé?

6 commenti:

  1. In effetti mi ero tenuta per me le considerazioni sullo svedese :D
    Ma le castagneeeeeeee!! L'ultima volta che le ho mangiate ho partorito!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh eh, ma lo svedese era facile da interpretare :p
      Le castagne sono un peccato di gola, mi sa che saranno difficili da trovare lì oltre che carissime... dai che tra poco è passato un anno, incredibile eh?

      Elimina
  2. Scusate, vado a mangiare un vasetto di Nutella e carica di sensi di colpa scendo in strada ad aspettare lo svedese 21enne...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah ah ah, che ridere, stai attenta che l'altra sera con lui c'era una biondina ventenne piuttosto carina che alla mia domanda "come state voi, tutto bene?" mi ha risposto serafica: "noi tutto ok, ci è solo scivolata per terra la pizza che avevamo appena preso"... non solo mi tamponano, ma mi fanno pure sentire una vecchietta ;)

      Elimina
  3. quarta volta? mamma mia..
    non dovrebbe essere facile per niente in effetti stare dietro a due pargoletti in quelle condizioni..
    almeno cn il mio sarebbe impossbile

    RispondiElimina
  4. Oh, leggo solo ora ... va bene lo svedese ma doveva essere un incontro non uno scontro ;)! Mai portato il collare ma credo sia davvero difficile con due piccoletti, coraggio!

    RispondiElimina

Ascoltare e raccontare, è un po' la stessa cosa. Bisogna essere disponibili, lasciare sempre l'immaginazione aperta (Antonio Tabucchi)